Sapevi che Chikù, ristorante e spazio culturale a Scampia, è specializzato in
cucina e ricette per l’infanzia?
Con una naturopata esperta, nell’ambito delle attività per i bambini e le
bambine condotte da Chi rom e…chi no, abbiamo composto un opuscolo con ricette
di merende e cibi per l’infanzia.
Insieme alla naturopata abbiamo dato vita a percorsi nutrizionali validi e
appetitosi.
Abbiamo ragionato sulla realizzazione di un ricettario e di menu completi per
l’infanzia che potessero andare incontro all’esigenza di un’alimentazione sana e
genuina. Lo abbiamo fatto con l’idea di dare una piccola risposta al contrasto
all’obesità infantile, alle malattie cardiovascolari e al disagio sociale.
ALCUNE DELLE NOSTRE RICETTE PER L’INFANZIA
Tra le nostre ricette: torta al limone all’acqua, snack ai cereali, biscotti
d’avena, ma anche piatti di stagione, spremute di arancia, frullati di frutta
e centrifugati.
Questa volta vogliamo presentarvi le Palline di mandorle e mele.
PALLINE MANDORLE E MELE
Sbucciare 3 mele grandi, tagliarle a pezzetti e cuocerle in un pentolino con
un poco di acqua, quel tanto che le fa ammorbidire senza farle attaccare.
Frullare, aggiungere un pizzico di sale fino. Aggiungere tanta farina di
mandorle fino a ottenere un impasto da modellare in tante piccole palline.
Fatele rotolare nei semi di sesamo e infornare a 160° per 10 minuti circa.
Le proporzioni dovrebbero essere 3 mele per 500 gr di farina, ma dipende
molto dalle mele.
Consulta la ricetta delle nostre torte rustiche.
L'articolo Ricette per l’infanzia. Merende e cibi per bambine e bambini proviene
da Chikù.
MADDALENA STORNAIUOLO PRESENTA PER LA PRIMA VOLTA A SCAMPIA IL SUO CORTO
“SUFFICIENTE” DI RITORNO DALLA 76 MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
Con grande gioia, sabato sera abbiamo proiettato da Chikù il corto di Maddalena
Stornaiuolo “Sufficiente”, di ritorno dalla 76 Mostra del Cinema di Venezia.
Il corto è stato proiettato nell’ambito della 3 giorni di Libera in Goal, una
manifestazione sportiva e culturale contro la camorra.
film di Maddalena Stornaiuolo
SUL FILM DI MADDALENA STORNAIUOLO PRESENTATO A VENEZIA
“Sufficiente” è la storia del figlio di un boss di Scampia che rifiuta lo stesso
destino del padre. Anche Rosario Esposito La Rossa, marito di Maddalena,
scrittore ed editore di Scampia, è stato artefice di questa speciale produzione
in qualità di sceneggiatore.
Il corto nasce col corso di produzione di Vodisca teatro e de La Scugnizzeria
curato da Gianluca Arcopinto e Vincenzo Marra.
il corto è ispirato a un fatto di cronaca. Gaetano Russo, il protagonista, è
interpretato dal giovanissimo Alessio Conte che studia alla scuola di
recitazione della Scugnizzeria di Maddalena e Rosario.
Il protagonista è un figlio della faida di Scampia. Suo padre viene ucciso,
decapito e poi bruciato. Nel frattempo Gaetano ha problemi a scuola. Viene
bocciato ripetutamente e non riesce a prendere la licenza media. Ma non si perde
d’animo perché non vuole seguire la stessa strada di suo padre. La scuola però è
respingente nei suoi riguardi.
> La scuola è un ospedale che cura i sani e respinge i malati
>
> Don Lorenzo Milani
Da questo corto emerge anche una critica alla scuola che purtroppo non sempre ha
gli strumenti per poter affrontare situazioni complesse.
Nel corso della nostra esperienza di attivismo a Scampia, tra laboratori di
teatro e pedagogia, ecologia e sensibilizzazione su varie tematiche, abbiamo
avuto la fortuna di incontrare tantissime e tantissimi buoni insegnanti.
Ma purtroppo, come ci mostra Maddalena nel suo film, non sempre è così.
Siamo stati davvero felici di accogliere la proiezione del film da Chikù. Erano
presenti Maddalena, Rosario, la famiglia di Antonio Landieri (vittima innocente
di camorra a Scampia), e amiche e gli amici di Libera in goal e delle
associazioni del quartiere.
Il film è stato definito alla Mostra de cinema “una piccola gemma”. Possiamo
senza dubbio confermare anche noi, che lo è davvero.
Grazie a Maddalena e a Rosario per la loro sensibilità e per il loro grande
talento.
Conosci Chikù? Scopri di più! Clicca qui.
L'articolo Dalla Mostra del cinema di Venezia a Scampia proviene da Chikù.
ATTIVITÀ PER L’INFANZIA, CATERING RISTORAZIONE SENZA PLASTICA
Anche quest’anno Chikù è plastic free.
Chikù, ristorante, catering e spazio culturale, rinnova il suo impegno nel
rispetto dell’ambiente.
Sin dagli inizi abbiamo sempre limitato l’uso della plastica monouso. Le
attività per l’infanzia, così come le feste ed i catering di Chikù sono plastic
free. Alla plastica monouso preferiamo piatti, bicchieri e stoviglie in plastica
rigida, piuttosto che piatti in ceramica, bicchieri in vetro e stoviglie in
metallo.
CHIKÙ PER L’INFANZIA E PER L’ECOLOGIA
Anche quest’anno attività per i bambini e le bambine sono all’insegna
dell’ecologia.
Lo scorso anno scolastico centinaia e centinaia di bambini e bambine hanno
attraversato lo spazio di Chikù. Molte sono state le attività rivolte
all’infanzia.
Tra queste: laboratori pedagogici con le scuole, incontri sull’ecologia,
sull’educazione alle differenze, teatro, laboratori di cucina per piccoli e
piccole chef e i Pitturacconti (incontri di lettura, pittura e ludopedagogia).
Ci prepariamo ad un nuovo anno altrettanto intenso. Abbiamo in programma
numerose altre attività che vedranno la cucina per l’infanzia, l’educazione ad
una sana alimentazione e il rispetto per l’ambiente ancora più protagonisti.
I nostri laboratori sono spesso intervallati da gustose merende preparate dalle
cuoche di Scampia con materie prime a Kilometro Zero, o Bio e nel rispetto dei
lavoratori e delle lavoratrici.
PERCHÉ SCEGLIERE CHIKÙ?
Scegliere Chikù per un evento significa fare una scelta etica e consapevole.
Scegliere Chikù come spazio di crescita e di gioco per i bambini e le bambine
significa educare sin dalla prima infanzia al rispetto per l’ambiente e ad una
sana alimentazione, senza rinunciare al gusto.
Consulta le nuove iniziative di quest’anno.
Scrivici se vuoi organizzare un evento con noi: segreteria.lakumpania@gmail.com,
oppure telefona al numero 3488842827
Scopri di più su Chikù. Clicca qui!
L'articolo Chikù, plastic free e Kilometro Zero proviene da Chikù.
INGREDIENTI
PER 12 PERSONE
10 uova
2 kg di farina
1 lievito di birra
sale
RIPIENO SALATO DELLA GHIBANIZA (GIBANICA)
200 g di feta
400 g di ricotta
RIPIENO DOLCE DELLA GHIBANIZA (GIBANICA)
1 kg di mele
300 g di zucchero
mezzo kg di noci
200 g di uva sultanina
limoni
cannella o zucchero a velo
PREPARAZIONE
Impastate la farina con acqua tiepida e un pizzico di sale e lasciate riposare
l’impasto. Intanto sbucciate le mele e frullatele con lo zucchero. In un altro
contenitore mescolate la ricotta con uva sultanina, lo zucchero, le uova e le
noci tritate. A questo punto dividete la pasta in tre parti e tiratela sottile,
in modo da averne a sufficienza per coprire tre volte la teglia che volete usare
per la cottura. Imburrate la teglia, disponete il primo foglio di pasta e, a
strati, metà dell’impasto di mele e metà di quello di ricotta e uva sultanina.
Ripetete una seconda volta l’operazione, coprite con il terzo foglio di pasta e
infine infornate per 50 minuti a 175°. Spolverate la ghibaniza (gibanica) con lo
zucchero a velo.
IL RACCONTO
LA REGINA DEI MERCATI
IL RACCONTO DI ELISABETTA, CUOCA DE LA KUMPANIA, REGINA DEI MERCATI E DELLA
GIBANICA
Elisabetta è la regina dei mercati. Una volta definito un menù e fatta la lista
degli ingredienti, i suoi occhi neri esprimono senza indugio che ha già chiare
le proporzioni e i posti in cui andare a fare la spesa. È la stessa silenziosa
disinvoltura che sfoggia in cucina, indipendentemente dalla quantità di cibo da
preparare e indipendentemente dalla cucina che abbiamo a disposizione. Cucina
che spesso è male attrezzata, e che la rende un riferimento indiscusso per tutte
le altre inducendola però spesso nella tentazione di fare tutto da sola. In
alcuni momenti disperati e di gran ritardo, in cui l’isteria è il sentimento
prevalente, questa sua capacità di prendere la situazione in mano si è rivelata
fondamentale per la buona riuscita dei piatti e degli eventi.
DEMOCRAZIA PARTECIPATA IN CUCINA
In generale nel gruppo vigono principi di democrazia partecipata, talvolta
imposti non senza fatica, considerato che si tratta di sole donne con una
pluralità di punti di vista. Anche Elisabetta ha accettato di condividere con le
altre le sue conquiste e la sua autonomia anche se questo ha comportato in certi
casi una maggiore lentezza.
LA MAPPA DEI MERCATI
Nel tempo, sbagliando, sprecando, litigando, è uscita fuori la nostra mappa di
mercati e supermercati, che assolvono a funzioni ben precise. Posti per la
verdura e la frutta, posti economici e di media qualità in cui si trovano certi
tipi di spezie, come la immancabile vegeta, formaggi e frutta secca che non
tutti hanno. Poi ci sono posti più cari per la carne e la farina biologica. Ma
anche posti di riserva quando all’ultimo minuto ci si rende conto che le uova,
il latte o la pasta non sono sufficienti.
LE NOSTRE INCURSIONI
Impossibile restare indifferenti alle nostre rumorose incursioni, che suscitano
sempre qualche reazione: dai grossisti che ci hanno donato intere cassette di
frutta e ortaggi, anche dopo estenuanti contrattazioni, a madri spaventate che
tirano a sé i propri figli sussurrando “le zingare!”. Salvo poi constatare la
stranezza di un gruppo misto che le osserva con compassione e disappunto….
STORIA DI VITA
Elisabetta è venuta in Italia quando aveva un anno e della sua terra di origine,
la Macedonia, non ha praticamente nessun ricordo se non gli odori forti della
cucina di sua madre, che mischiava la greca, la macedone, l’italiana e faceva
tutto a mano per almeno dieci persone al giorno. Lei ha ereditato le virtù
materne. Ma ha deciso, dimostrando un certo anticonformismo, di fare un solo
figlio e di provare a inserirsi nel mondo del lavoro per necessità e per la
volontà di non dipendere da nessuno. Con il suo vecchio potente forno, che
occupa un posto d’onore nel patio della confortevole baracca rosa e che più
volte è stato portato avanti e indietro per i catering grazie alle sue capacità
di cottura più uniche che rare, Elisabetta crea meraviglie culinarie a
ripetizione.
LA GHIBANIZA (GIBANICA)
La divisione dei compiti nel gruppo di lavoro, che all’inizio le sembrava quasi
una costrizione, ha però risaltato gradualmente il talento di ciascuna, che
Elisabetta in effetti non nega, sebbene nessun piatto sfugga al suo controllo
finale. Ma c’è una cosa che sa fare solo lei: la ghibaniza (gibanica), dolce o
salata, e quando stende con mani di fata quella sfoglia di pasta sottile come un
velo, attorno al tavolino spesso traballante si crea sempre un pubblico ansioso
di assaggiare.
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L'articolo Ghibaniza (Gibanica) Dolce e Salata proviene da Chikù.
INGREDIENTI PER 6 PERSONE
1 Kg di arista di maiale
circa 2 rametti di rosmarino fresco
olio extravergine di oliva
burro
aglio
sale e pepe
2 bicchieri di vino rosso
un cucchiaio di farina
mezza tazzina di brodo
PREPARAZIONE
Se l’arrosto d’arista non è già preparato, legarlo con dello spago da cucina,
steccarlo con due rametti di rosmarino, preparare un misto di sale fino e pepe e
massaggiare la carne facendo in modo che il sale e pepe si attacchino
all’arista.
Bucherellate con una forchetta l’arista e inseriteci piccoli spicchi di aglio.
Versare un po’ d’olio in un tegame per arrosti di circa tre dita più grande del
pezzo di carne, così da poterlo rigirare agevolmente.
Fare rosolare la carne, rigirandola da tutti i lati. Appena su tutta la
superficie si formerà una crosticina di colore scuro, che impedirà ai succhi di
fuoriuscire, aggiungere la carota, precedentemente pulita e tagliata, sale e
pepe. Fare insaporire il tutto e sfumare con il vino rosso, coprendo il tegame
con un coperchio. Subito dopo l’evaporazione del vino, continuare la cottura a
fuoco dolce. Cuocere per almeno 2 ore.
SALSINA
Filtrare la base di cottura con un colino, metterlo in una pentolina a
riscaldare con una noce di burro, quando bolle aggiungere l’altro bicchiere di
vino e lasciare bollire per farlo evaporare e restringere, poi sciogliere nella
tazzina di brodo il cucchiaio di farina e versarlo nella pentola, si vedrà che
il sughetto si addensa, alla fine se si vuole ottenere una salsina più chiara si
può aggiungere un goccio di latte. Quando l’arrosto è ben freddo tagliarlo a
fettine, poi prepararlo in un vassoio alternandolo alla salsina e tenerlo in
caldo, nel forno, fino al momento di servire.
IL RACCONTO
LA GASTRONAUTA
IL RACCONTO DI GIUSY, CUOCA DE LA KUMPANIA
Sperimentare in cucina – e nella vita – a Giusy riesce in modo del tutto
naturale. Quando Yasmina ha chiesto aiuto per preparare quintali di pesce, in
occasione di una festa dedicata a suo fratello, lei non se lo è fatto ripetere
due volte. È stata la sua prima volta in un campo e in una casa rom e anche la
prima volta che ha provato orate, spigole e trote fritte. Entrambe le esperienze
sono entrate a far parte del patrimonio personale di Giusy, che ha una memoria
straordinaria e che lega indissolubilmente il ricordo di sapori, ricette,
piatti, aromi, a quello di persone, luoghi, viaggi, incontri. L’incontro con le
signore rom, vicine di casa e portatrici di mondi diversi, le ha dischiuso nuovi
orizzonti culinari e una gamma di ingredienti sconosciuti. ù
SCOPERTE IN CUCINA
Grande lavoratrice e osservatrice paziente, dopo essersi ambientata nelle
situazioni più varie, Giusy passa subito all’azione e si cimenta nella
preparazione dei piatti più semplici a quelli più sofisticati con la gioia di
averli scoperti e di riuscire a ripeterli. Così, la moussaka rom è stata un
successo nella pasqua napoletana della sua famiglia così come gli spaghetti con
il sugo di pesce spada arrotolati nelle melanzane hanno superato la prova in
casa di parenti siciliani. Cucinare non è mai un gesto abitudinario o faticoso,
che si tratti di preparare il piatto preferito della figlia tutte le settimane
piuttosto che di inoltrarsi in territori gastronomici mai esplorati prima.
LAVORARE IN ARMONIA
Adesso insieme con le altre signore è anche meglio, la stanchezza non si sente e
prevale la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro e di aver reso la gente
contenta dopo una buona mangiata. Il suo ingrediente universale, il tocco magico
essenziale per mantenere l’equilibrio nelle imprese della Kumpania, è l’armonia.
PERIPEZIE
Una domenica di caldo infernale, arriviamo con il furgone in una cucina di casa
adibita a ristorante per necessità, dove da due giorni ci si alternava per un
grosso catering di cento persone. Il ritardo era ai massimi storici: nel giro di
un’ora bisognava finire di cucinare, caricare cibo, vettovaglie e signore,
correre da Napoli a Portici, preparare la tavola e servire sorridenti. La fine
di una promettente carriera appena avviata, ci sembrava certa. Mentre tutte
urlavano contro tutte, Giusy imperturbabile e concentrata con il cappello bianco
da cuoca sui riccioli, proseguiva la cottura di una proverbiale arista di maiale
di svariati chili, su un fuoco talmente lento che quasi lo faceva apposta.
Guardandola, ci siamo rasserenate all’istante. Aveva ragione, ormai non si
poteva fare niente di più che cucinare al meglio delle nostre possibilità, il
tempo non si poteva fermare, ma dilatare un po’ sì.
RICORDI E TRADIZIONI
Nemica dei cibi pronti in dieci minuti, che ritiene i maggiori responsabili
della progressiva scomparsa della vera cucina napoletana, Giusy ha avuto come
maestro suo padre, appassionato cuoco di famiglia che, se ci prendeva la mano,
preparava panzarotti, palle di riso e pizze ripiene, dopo aver avviato il
lentissimo ragù domenicale. Molti dei suoi famosi piatti sono scomparsi con lui,
ma quando Giusy racconta di tutto quello che metteva nella minestra maritata
natalizia, è impossibile controllare un fremito di piacere.
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L'articolo Arista di Maiale proviene da Chikù.
INGREDIENTI DELLA FARCITURA DELLA PASTIERA
Per preparare la Pastiera occorre:
1 barattolo di grano
100 gr. di latte
30 gr. di burro
una buccia grattugiata di limone
700 gr. di ricotta
600 gr. di zucchero
5 uova intere più due tuorli
un pizzico di cannella
1 fialetta di millefiori
INGREDIENTI PER LA PASTA FROLLA
Per la pasta frolla della Pastiera Napoletana occorrono:
500 grammi di farina
3 uova intere
200 gr. di zucchero
200 gr. di strutto
PREPARAZIONE DEL RIPIENO DELLA PASTIERA
Passare il grano con il passaverdura e metterlo in un tegame con il latte, il
burro e una buccia grattata di limone. Far bollire e mescolare sul fuoco per 10
minuti finché diventa una crema. Lasciare raffreddare.
In una terrina grande, frullare la ricotta, lo zucchero e le uova. Aggiungere un
cucchiaio di vaniglia, un pizzico di cannella e una fiala di fiori d’arancio.
Lavorare il tutto con le fruste fino a rendere sottile il corpo dell’impasto.
Poi aggiungere una grattata di buccia di limone.
Aggiungere il grano e lavorare ancora un poco.
PREPARAZIONE DELLA PASTA FROLLA
Preparare la pasta frolla disponendo la farina a fontana ed incorporare uova,
zucchero e strutto. Formare una palla senza lavorarla troppo. Distenderla con il
matterello e rivestire la teglia di 33 cm precedentemente imburrata foderando
anche i bordi.
Il residuo di pasta frolla deve essere conservato per formare le strisce di
decorazione.
FARCITURA
Riempire con la crema la teglia rivestita e decorare con strisce di pasta frolla
preparate come segue: stendere la pasta frolla con il matterello sopra un foglio
di carta oleata. Con le forbici ritagliare strisce di circa due centimetri di
larghezza e capovolgendo la carta delicatamente appoggiare sul composto premendo
sui bordi della teglia per tagliarle a misura.
INFORNARE…
Infornare in forno precedentemente riscaldato a 180° e cuocere per circa un’ora
finché non è raggiunto un colore ambrato. Spegnere il forno ed attendere che
‘’impasto si ritiri senza aprirlo.
Al termine spolverare con zucchero a velo utilizzando un passino.
LA STORIA DELLA PASTIERA NAPOLETANA
La Pastiera è indiscutibilmente la regina della pasticceria napoletana. A Pasqua
e nelle festività si sente il profumo di grano e millefiori dalle case e dalle
pasticcerie.
Questo dolce così ricco affonda le sue radici nel mito. Secondo la leggenda, la
sirena Partenope approdò al Golfo di Napoli, da dove dava voce al suo canto
melodioso e dolcissimo. Per ringraziare la Sirena Partenope, la popolazione le
portava sette doni: la farina, simbolo di ricchezza; la ricotta, simbolo
di abbondanza; le uova, simbolo di fertilità; il grano cotto nel latte, a
simbolo della fusione di regno animale e vegetale; i fiori d’arancio profumo
delle terre campane; le spezie, omaggio di tutti i popoli; e lo zucchero, per
celebrare la dolcezza del canto della sirena. Partenope apprezzò così tanto
questi doni che li mescolò creando la Pastiera Napoletana.
Ma c’è anche un’altra leggenda! Pare che la Pastiera sia nata nel XVI secolo a
San Gregorio Armeno.
Nel convento di San Gregorio,una suora volle preparare un dolce che avesse in sé
la simbologia cristiana unita alle spezie dell’Asia. E quindi unì le uova, la
ricotta e il grano, associandovi aromi provenienti dall’Asia e l’essenza dei
fiori d’arancio del giardino del convento.
Non sappiamo quale sia la vera origine della Pastiera, ma sappiamo di certo che
a Pasqua e a Natale il suo profumo è davvero inebriante.
Leggi la ricetta della nostra Zeppola di San Giuseppe. Clicca qui!
L'articolo Pastiera Napoletana proviene da Chikù.
> Ho imparato chenon sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Se alcuni
> ragazzi decidono di manifestare dopo la scuola, immaginate cosa potremmo fare
> tutti insieme, se solo lo volessimo veramente.
>
>
> Greta Thunberg
LA NUOVA RASSEGNA CULTURALE E GASTRONOMICA DI CHIKÙ
Le piazze di tutto il mondo con i #FridayForFuture si stanno mobilitando.
Bambine, bambini e giovani richiamano l’attenzione di tutto il mondo.
E’ giunto il momento di svegliarsi dal sonno della ragione che ci induce al
consumismo sfrenato e agli sprechi, di renderci tutti coscienti di quello che
sta accadendo alla Terra.
Greta lo ribadisce. Bisogna agire e bisogna farlo ora, tutti insieme. Quest’anno
la Primavera giunge dopo un Inverno fatto di giornate particolarmente assolate,
a cui hanno avuto seguito temporali con forti raffiche di vento, che hanno
buttato giù alberi secolari.
Cosa succede?
E’ arrivato il momento di ascoltare in messaggio di Madre Terra e di prenderci
realmente cura dell’ambiente per poter dare inizio ad una nuova Primavera.
Vogliamo che questa sia veramente una Primavera di risveglio e di autocoscienza.
SOSTENIBILITÀ E INTERCULTURA
Chi rom e…chi no, La Kumpania e Chikù, da sempre attenti al tema della
sostenibilità ambientale con la scelta di limitare al minimo l’uso della
plastica e dell’usa e getta, inaugurano con la Primavera una nuova rassegna la
cui protagonista è la Natura, senza tralasciare il tema cardine dell’operato
quotidiano di questa rete: l’intercultura, l’educazione alle differenze con
focus sulla cultura balcanica, per un mondo senza confini.
I GIOVEDÌ DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE
Vogliamo che sia una rassegna in cui le bambine ed i bambini abbiano uno spazio
di espressione, di riflessione, di confronto, convivialità e sopratutto di gioco
in uno spazio dedicato a loro e alle loro famiglie . Questo appuntamento è
previsto di giovedì pomeriggio.
MA ANCHE DEI GRANDI…
Ma c’è spazio anche per gli adulti, sia con laboratori rivolti alle famiglie,
che con uno spazio a loro dedicato in cui rilassarsi e perchè no, anche ballare
e ascoltare musica d’autore durante le serate in cui gustare gli ottimi piatti
preparati dalla cuoche di Chikù.
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PROGRAMMA
GIOVEDÌ 18 APRILE – GIOVEDÌ SANTO – ORE 17:00
LABORATORIO CREATIVO E INTERCULTURALE, CENA E CONCERTO DI DOLORES MELODIA.
Laboratorio di pitture naturali su uova sode, come vuole la tradizione pasquale
romanì.
Le collaboratrici rom di Chikù ci guideranno in un laboratorio tra colori e
narrazione.
A seguire, alle ore 21:00, la tradizionale zuppa di cozze napoletana, con menù
per bambini, e musica dal vivo con Dolores Melodia.
Per entrambi gli eventi è necessaria la prenotazione
GIOVEDÌ 2 MAGGIO ORE 18:00
I PITTURACCONTI
Incontri di lettura e creatività per bambini ed adulti.
GIOVEDÌ 16 MAGGIO ORE 18:00
I PITTURACCONTI
Laboratorio di pitture naturali per bambini ed adulti.
VENERDÌ 17 MAGGIO ORE 20:00
SERATA BALCANICA
Cena italo balcanica e concerto di O’Rom.
SABATO 25 MAGGIO ORE 10:30
SCAMPIA INCONTRA POMIGLIANO – CICLO PITTURACCONTI
Laboratorio aperto di lettura per bambine e bambini con la libreria “Mio Nonno è
Michelangelo”, special guest.
Insieme, l’associazione chi rom e…chi no e la libreria “Mio Nonno è Michelngelo”
condurranno i bambini e le bambine in un laboratorio di narrazione e arte.
Il laboratorio si svolgerà in natura o da Chikù (in base alle previsioni meteo).
Dopo, tutti a pranzo da Chikù, dove i piccoli potranno continuare a giocare
negli spazi a loro dedicati, mentre gli adulti si rilasseranno gustando ottimi
piatti.
GIOVEDÌ 30 MAGGIO ORE 18:00
I PITTURACCONTI
Laboratorio di pitture naturali per bambini ed adulti.
VENERDÌ 31 MAGGIO ORE 20:00
SERATA DI MUSICA POPOLARE
Cena e concerto di Massimo Ferrante
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La rassegna si terrà da Chikù e in natura, nel meraviglioso parco pubblico di
Scampia, se le condizioni climatiche lo consentiranno.
Chikù è centro culturale e ristorante a Scampia. Spazio dove si fondono le anime
di Chi rom e…chi no e de la Kumpania.
Chi rom e…chi no è un’associazione che nasce nel 2002, progetta e realizza
laboratori pedagogici per i minori, gli adolescenti, le donne, nelle scuole, nel
campo rom, nei rioni e negli spazi pubblici di Scampia.
L’obiettivo è attivare concreti processi di cittadinanza e partecipazione ai
percorsi di emancipazione sociale, personale e collettiva, per la trasformazione
positiva del territorio.
La kumpania è l’impresa sociale nata dall’associazione Chi rom e…chi no, in cui
la cucina è strumento di autodeterminazione e lotta alle discriminazioni etniche
e sociali e luogo di sperimentazione di modelli di economia e produzione
ecosostenibile.
Chikù si trova a Scampia, in Largo della Cittadinanza Attiva.
Per raggiungere Chikù, segui le indicazioni “Auditorium Scampia”.
Per partecipare agli appuntamenti della rassegna, è necessaria la prenotazione.
Info e contatti: info@chiku.it – 0810145681
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E’ POSSIBILE PARLARE DI TURISMO IN PERIFERIA?
IERI ERANO IN VISITA A SCAMPIA I RAGAZZI E LE RAGAZZE DELL’ITC BONELLI DI CUNEO.
Li abbiamo accompagnati in un percorso di Turismo Sociale, alla scoperta della
storia e delle associazioni del quartiere.
Abbiamo attraversato Piazza Giovanni Paolo II, conosciuto la storia del giardino
riqualificato da scuole e associazioni del Progetto Pangea. Poi siamo passati
all’ArciScampia. Dopo il centro sportivo siamo andati al Parco Corto Maltese
riqualificato dall’associazione I Pollici Verdi. Da lì, a due passi, la
pasticceria del nostro quartiere: la Pasticceria del Sole, dove abbiamo fatto
assaggiare i dolci della nostra tardizione. In fine da Chikù i piatti prelibati
delle cuoche di Scampia. Abbiamo raccontato loro il percorso di Chi rom e…chi
no, dalla Scola Jungla a Chikù.
Abbiamo parlato loro di Arrevuoto, progetto teatrale che coinvolge centinaia di
ragazze e ragazzi di tutta la città.
Spesso ci domandiamo come sia possibile che si possa parlare di “turismo” a
Scampia. Da un po’ abbiamo scelto di definire questa attività “Turismo Sociale”.
Napoli vive un momento di grande ripresa del turismo. Questo però ha fatto sì
che la città diventasse preda della gentrificazione e della turistificazione. In
una fase in cui le città diventano come dei fast food, il turismo sociale di
Scampia ci sembra davvero un’esperienza controcorrente.
Scuole, associazioni, persone incuriosite dalla rivoluzionaria rete di Scampia,
scelgono di venire a conoscerci. Scelgono di intraprendere con noi questa
esperienza di turismo sociale.
E’ davvero possibile che dalla Costiera Amalfitana, passando per Pompei, per il
Lungomare Librato di Napoli, un turista scelga di fare tappa a Scampia?
A quanto pare si!
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INGREDIENTI PER 4 ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE AL FORNO
4 uova
150 g di farina 00
50 gr di burro
1 pizzico di sale
250 g d’acqua
INGREDIENTI PER LA CREMA PASTICCERA PER LE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE
200 g latte intero
75 g di zucchero
25 g di amido di mais
50 g di panna fresca
2 tuorli d’uovo
Una bacca di vaniglia
Ed infine: amarene e zucchero a velo.
PROCEDIMENTO
PER LE CHOUX DELLE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE
Per preparare le Zeppole di San Giuseppe bisogna innanzitutto preparare le
choux.
Porre in un pentolino burro a pezzetti e acqua, appena giunto alla fusione,
appena inizia a bollire, aggiungere la farina setacciata.
Mescolare con una cucchiarella fino a far addensare il composto. Continuare a
mescolare fino a quando il composto diventa compatto e si stacca dal fondo.
Lasciar raffreddare il composto in una ciotola. Nel frattempo battere le uova ed
aggiungerle al composto con un pizzico di sale. Mescolare vino a quando non ci
saranno più grumi. Versare in una sac à poche con beccuccio a stella.
Accendere il forno a 200° in modalità ventilata.
Porre su una teglia da forno della carta forno. Spremere la sac à poche sulla
teglia in modo da formare dei cerchi.
Infornare per 25 minuti.
PER LA CREMA PASTICCERA DELLE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE
Mentre si lasciano raffreddare le zeppole, preparare la crema pasticcera per le
Zeppole di San Giuseppe.
In un pentolino, scaldare il latte, la panna e la bacca di vaniglia. Nel
frattempo in una ciotola, battere uova e zucchero, aggiungere amido di mais.
Togliere la bacca di vaniglia dal pentolino e versare il composto della ciotola.
Cuocere a fuoco lento e girare con una frusta fino ad addensamento.
Quando la crema si sarà raffreddata, versare nella sac à poche e decorare le
Zeppole di San Giuseppe. Prima crema, poi amarena ed infine zucchero a velo.
IL RACCONTO
UNA GOCCIA DI AMMONIACA
IL RACCONTO DI AMALIA, CUOCA DE LA KUMPANIA
La sua passione sono i dolci e la loro decorazione. I piatti forti, sono quelli
legati alle feste, perché le cose preparate in casa portano buon augurio. Le
piace utilizzare spezie che sembrano quasi magiche, poco conosciute e
difficilmente accostabili alla cucina: un pizzico di bicarbonato, una goccia di
ammoniaca, fiori di arancio e aroma di pisto ed ecco roccocò, pastiere e
caprese, con il rum e le nocciole crea torroni e salami di cioccolata di cui
sono ghiotti tutti.
L’AUTONOMIA
Amalia è tra quelle che ci tengono di più alla propria autonomia, lo testimonia
la sua macchina e la possibilità conseguente di fare la spesa da sola o di
mettere a disposizione la sua cucina nei frequenti casi di emergenza. Si dedica
all’organizzazione, al menù, alla spesa, ha un ottimo fiuto per gli affari,
spesso ha individuato spazi e potenziali clienti. Sempre scettica, in realtà più
per mantenere il ruolo critico della contestatrice che per convinzione: i piatti
rom costano più di quelli napoletani e tutte le volte fa una lunga
contrattazione per limitare la spesa da fare, però poi i bignè di pan di spagna
farciti di crema alla jagoda se li mangia pure lei.
SI VA A TORRE DEL GRECO
Ama viaggiare ma non nel camper scuola di Slobodan lo zoppo, che ci accompagna
nelle trasferte a Torre del Greco, non perché abbia qualcosa contro di lui, ma a
causa del vibrante e continuo tuculiamiento a cui veniamo sottoposte e della
paura che le scosse possano aprire le porte in movimento. Ci recavamo a Torre
del Greco dopo aver conseguito “l’attestato di formazione per addetti alla
manipolazione e somministrazione di cibi e bevande” e dopo aver sperimentato le
cucine più improbabili dell’hinterland scampiota. Lì ci accoglieva l’albergo
Holiday per metterci alla prova in una cucina professionale sotto la guida di
uno chef.
UNA BRIGATA SPECIALE
Arrivavamo carichi di bambini e di meraviglia. Incredule nel vedere una cella
frigorifero grande quanto un salotto, una friggitrice a sei cestelli, forni e
lavastoviglie industriali tutti per noi e il fatidico abbattitore, che abbiamo
scoperto essere di fondamentale importanza per il lavoro dei ristoratori. Anche
i torresi erano increduli nel vedere scendere da un camper scuola 10 donne con i
grembiuli ed i cappelli da chef, con l’eclettico zoppo Slobodan, che da autista
si trasformava in assaggiatore, moderatore e fotografo. La cosa più difficile
era tenere a bada le voglie di Nina da poco incinta e il piccolo Denis il
mesciato, che era diventato rosso perché si era buttato la birra in testa ad una
festa al campo.
“SEMBRANO ZINGARELLE”
Durante la formazione con le donne abbiamo messo a disposizione uno spazio per i
bambini, con giochi, colori e libri per tutti. Ma a Torre del Greco preferivamo
fare delle passeggiate, ci conoscevano tutti, il circoletto degli anziani che
dispensava caramelle e complimenti, i cani del porticciolo. Un giorno Anna uscì
con Ginevra e Gessica, figlia e nipote di Yasmina, le bambine erano tutte
contente perché quando si partiva per Torre si vestivano a festa, con i codini,
i fiocchi, le gonne a volant bianchi e rosa. Il signore del circolo che ci
aspettava per dare caramelle, disse ad Anna con tono affettuoso “come so’ belle
signora queste vostre figlie, sembrano due zingarelle”. Le bambine un po’
accigliate lo guardarono con sospetto aprendosi poi in un sorriso complice. E
forse è anche grazie a tutto questo che Amalia è riuscita a rompere i suoi
rigidi schemi.
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INGREDIENTI PER L’IMPASTO:
1 kg di farina
½ kg di burro
100 g zucchero
3 uova
Un pizzico di sale
100 g di Parmigiano
Acqua
INGREDIENTI PER L’IMBOTTITURA
700 g ricotta
4 uova
a scelta spinaci, prosciutto, affettati vari,
100 g Parmigiano
500 g Fiordilatte
Pepe
Sale
PREPARAZIONE
Preparare l’impasto senza maneggiarlo troppo, lasciarlo riposare in frigorifero
per 10 minuti. Preparare l’imbottitura a scelta: spinaci e ricotta, prosciutto o
altri affettati e fiordilatte. Imburrare una teglia e mettere uno strato di
pasta, poi riempire con l’imbottitura, poi coprire con un altro strato di pasta.
Mettere in forno pre-riscaldato a 180° – 200° per 30 minuti circa.
IL RACCONTO
RADIO KUMPANIA
IL RACCONTO DI SUSY, CUOCA DE LA KUMPANIA
Susy è sempre sorridente e non si lamenta mai. Solo una volta prima di accettare
un lavoro senza nemmeno pensarci, ci ha tenuto a definire bene chi c’era e chi
non c’era. Era già capitato che non tutte avessero rispettato l’impegno preso e
questo significa far ricadere sulle altre la maggior parte del carico e delle
responsabilità, anche in termini emotivi.
FARE BELLA FIGURA
Fare una bella figura non è sempre scontato, soprattutto se si tratta di
sperimentare piatti nuovi in grandi quantità, e scolare dieci chili di pasta, in
una cucina arrangiata, non è uno scherzo. Quattro braccia, un pentolone da
fumetto, grandi bacinelle di plastica sottoposte a tripli lavaggi e controlli
scrupolosi, balconi aperti per la nuvola di vapore prossima a sprigionarsi,
clamore e strepiti, gli occhi celesti ridenti di Susy danno il via, i rigatoni
scivolano fragorosamente e, a mano a mano che lo riempiono, vengono portati
dallo scolapasta alla teglia dove si uniranno agli altri ingredienti.
UN PERCORSO FAMILIARE
Il sabato sera, dopo due giorni di lavoro continuo in cui abbiamo colonizzato un
centro di aggregazione territoriale – con stoviglie, verdure, pacchi di pasta,
litri di latte, risate, spezie, mattarelli – si sono presentati a scaglioni
tutti gli uomini, per un rapido saluto, una pausa sigaretta, comunicazioni di
servizio sui figli e anche per constatare con i propri occhi il fervido clima
dell’opera collettiva messo in piedi dalle loro donne. Il percorso è diventato
familiare per forza, tutte hanno avuto appoggio in un modo o nell’altro dai
propri compagni.
IL PRIMO SPOT
Susy è giovane e ha le figlie grandi, dopo aver passato anni a prendersi cura di
loro da piccole, adesso sta vivendo una nuova adolescenza e ha il tempo di
vivere l’amore con il marito con più intensità e prendersi più cura di sé.
Grazie soprattutto alla sua voce suadente è stato realizzato il primo spot radio
di promozione in italiano e in romanes: “Venite in piazza alla Pes, il mercatino
con i prodotti freschi, bancarelle, i giochi, musiche, incontri, dài andiamo che
è bello, divertiamoci c’è anche la Kumpania, venite venite!”.
PICCOLE COSE IMPORTANTI
Anche questi momenti fanno parte del tempo da dedicare a sé, l’intero percorso è
percepito come una trasformazione che può coinvolgere molti piani della vita. A
casa poi sono contenti quando fa la brioche rustica e riesce a portare qualche
litro di buon vino per il marito, e con il piccolo contributo ricevuto a fine
lavoro a differenza delle altre che pagheranno il calcetto o i panni per i
figli, lei acquisterà una nuova trapunta matrimoniale.
AL LAVORO!
Susy e le altre, in una scena che si ripeterà nel tempo e in vari spazi,
allestiscono il banchetto, attente a sistemare con cura tovaglie, rami di fiori,
cestini di pane, vassoi di frutta, lei è talmente bella e brava nelle pubbliche
relazioni che è tra quelle scelte sempre per stare dietro il banchetto, anche se
di tanto in tanto si fuma una sigaretta di nascosto. Centoventi persone da tutta
Italia, stanchi al termine di un lungo viaggio, laboratori in piazza con i
bambini, convegni, incontro con un quartiere vastissimo da percorrere e con
molto da scoprire, attendono trepidanti le delizie preparate dalle signore della
Kumpania.
Alla fine della serata, tutti sazi, Susy prepara un pacchettino con piccoli
assaggi prelibati da portare al suo compagno.
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