Per noi questo è un anno veramente speciale. Siamo felici di annunciare che sono
iniziati i laboratori di Arrevuoto 18° Movimento.
I primi a partire sono stati il gruppo chi rom e…chi no negli spazi di Chikù a
Scampia, con il regista Emanuele Valenti e il gruppo Stelle sulla Terra, nel
Giardino Liberato a Materdei con il regista Pino Carbone, insieme alle guide
pedagogiche e le guide teatrali.
Seguono la coop Orsa Maggiore al Rione Traiano con Fabiana Fazio e la IC Madonna
Assunta di Bagnoli con Alessandra Asuni.
Lo spettacolo debutta al Teatro San Ferdinando nei giorni 24 e 25 maggio 2024.
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Il progetto Arrevuoto di teatro e pedagogia, prodotto dal Teatro di Napoli come
altre attività culturali, quest’anno non si è potuto concludere a causa del
lockdown. I ragazzi e le ragazze che avrebbero dovuto portare in scena “La pazza
di Chaillot” di Jean Giraudoux si sono invece cimentati nella costruzione di un
video collettivo sul tema del respiro e della natura, elementi vitali che il
nostro sistema economico ha messo gravemente in pericolo.
Ne è nato “Lettere dal respiro profondo” un insieme di riflessioni di
adolescenti su quanto accadeva intorno a loro a causa del Covid-19 mentre si era
in piena pandemia. Siamo stati abituati in questi mesi alle parole degli esperti
e dei politici, è necessario ascoltare anche gli adolescenti perché dalla loro
consapevolezza e dai loro suggerimenti può nascere una nuova visione del mondo.
Oggi più che mai necessaria.
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APPUNTI DI MESSA IN SCENA
di Maurizio Braucci
AL MUSEO MADRE IL 26 – 27 – 28 GIUGNO ALLE 19.00
Meno noto in Italia de Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie -(1865)
il poema in rima di Lewis Caroll, al secolo Charles Lutwidge Dodgson, “La caccia
allo Snark” (1876) è stato raramente adattato per il teatro se non in forma di
reading musicale.
UN GESTO DI CORAGGIO
Farne una messa in scena, da parte nostra è stato, se permettete, un gesto di
coraggio (e qualcuno dirà pure di incoscienza). Quello dello Snark ci è sembrato
il testo più coerente con l’incoerenza della condizione giovanile oggi.
Ma andiamo per ordine.
Lo spettacolo nasce su richiesta del Museo Madre all’associazione Arrevuoto di
realizzare un progetto teatrale con degli adolescenti a partire dal territorio
circostante. Da tale mandato abbiamo formato un gruppo di cinque artisti, quindi
è stato indetto un casting da cui abbiamo selezionato 30 tra ragazzi e ragazze
non professionisti ma con un certo talento per le arti sceniche e musicali. I
laboratori sono iniziati in una sala del museo a febbraio scorso, esplorando,
addentrandoci e infine precipitando in un poema straordinario e misterioso quale
è quello dello Snark, che speriamo di saper restituire al pubblico in tutto il
suo oscuro e fulgido splendore.
La traduzione adottata è quella di Roberto Sanesi, perché ci è sembrata la più
fedele nel tradimento inevitabile di un poema che avanza in originale con strofe
di quattro versi, divenuti cinque in italiano, e dove la rima alternata si perde
e si ritrova di continuo. Per il traduttore è stato impossibile seguire
fedelmente i giochi di parole, le combinazioni matematiche e geometriche o gli
acrostici di una lingua geniale e complessa come quella che Carroll ha
insufflato nel suo poema, ma Sanesi ha fatto il meglio che si può per consentire
anche al pubblico italiano di leggere la fantasmagorica avventura della caccia
allo Snark, una caccia divisa in 8 spasimi (fits) strepitosi.
UN POEMA NONSENSE
Come chiarisce lo stesso Carroll nell’introduzione, si tratta di un poema
apparentemente “nonsense” scritto allo scopo di provare che l’insensato non è
altro che una convivenza tra più e opposti sensi (polisemia) infilati
dall’autore nel corso del testo e specie in alcune parole, a partire dal termine
Snark.
LO SNARK
Lo Snark è un animale misterioso ottenuto dalla fusione di Snake (serpente) e
Shark (squalo) e forse anche con l’aiuto di Snail (lumaca). Questa è solo la
prima di una serie di parole-baule inventate dall’autore. Queste, oltre a creare
mondi o creature fantastiche, possono a volte servire a risolvere situazione
dilemmatiche o troppo complicate, grazie al fatto di contenere dei significati
tra loro contraddittori.
Con le parole-baule si può trovare una soluzione salvifica a domande grattacapo
come “Mare o monti?” rispondendo ad esempio “Maronti!”.
L’AVVENTURA DI UNA CIURMA
Sulla falsariga di un poema eroicomico, Carroll costruisce l’avventura di
un’improbabile ciurma alla caccia dello Snark, ma i controsensi, le
contraddizioni e le opposizioni “di” e “tra” i vari membri dell’equipaggio – un
capitano che sa poco e nulla di navigazione, un castoro che deve guardarsi le
spalle dal macellaio di bordo, un cuoco che non ricorda nemmeno il proprio nome
etc..- trasformano questa caccia in un viaggio interiore verso il senso,
nonsenso, polisenso della vita, attraverso il confronto con quella che
Wittgenstein definì come l’unico evento che non appartiene alla vita, l’unico
evento che non è possibile vivere: la morte.
IL MISTERO
Nella nostra ricerca di questi mesi, siamo incappati nell’ipotesi che Il mistero
di cosa sia in realtà uno Snark è intuibile in quell’ombra scura, ma allo stesso
tempo lucente, che appunto perché si trova al di fuori della vita dà senso (o
meglio più sensi) alla vita, qualcosa da cui siamo terrorizzati ma allo stesso
tempo affascinati perché di tutti i misteri, di tutti gli enigmi è quello che ci
dà più filo da torcere. Lo Snark, così inteso, aleggia in qualsivoglia impresa o
avventura umana, terrorizza, inquieta ma allo stesso tempo stimola e attrae come
fa ogni pericolo, anzi di ogni pericolo e di ogni paura esso è il padre e la
madre (tanto che negli anni ‘50 fu chiamato Snark un missile americano).
L’ADOLESCENZA
Per tale ragione, pur portando fedelmente in scena gran parte del poema, lo
abbiamo reso secondo le forme reali della contemporaneità e a misura di quella
adolescenza che, prima che nostro, è stato un tema fondamentale di Lewis
Carroll. Questa età verde, dove abbondano il rischio e l’avventura, è una
condizione molto frequentata dallo Snark, spesso i più giovani si espongono ad
esserne assaliti mentre sono intenti a esplorare nuove emozioni e a misurarsi e
a confrontarsi con un mondo per loro tutto nuovo, finendo così per essere rapiti
per sempre, o magari solo graffiati, da quel mostro di bellezza, quel bellostro,
che la loro temerarietà ha attirato o che essi semplicemente hanno dimenticato
di evitare. Per tale ragione, nella nostra caccia allo Snark abbiamo riportato i
casi più recenti di giovani scomparsi accidentalmente, soffiati via dallo Snark
per pura crudeltà o per punirli della loro avventatezza, casi tragici o
drammatici che hanno sconcertato noi tutti e ci hanno fatto porre domande sul
senso della vita. Casi che sono diventati per noi “opere dello Snark” e che
quindi motivano il nostro equipaggio di giovani attori a cercare vendetta sulla
scena per tanta crudeltà.
IL SOPRANNATURALE
Ma non solo di queste cose è però fatto uno Snark, altrimenti non sarebbe
oggetto di cacce avventurose, evidentemente qualcosa di prezioso riveste il suo
corpo ed emana dalla luce dei suoi occhi (se avrà mai degli occhi!). Qualcosa di
fantastico che attiva l’ambizione di molti di noi e che trastulla il nostro
desiderio di meraviglia: stiamo parlando del miracoloso, del leggendario, del
soprannaturale. Forse per questo Jack London chiamò Snark l’innovativa nave che
si fece costruire e su cui navigò nell’Oceano Pacifico, forse per questo a un
albero messicano è stato dato il nome di “Boojum”, una tipologia di Snark
estremamente rara e che è diventata fondamentale nella nostra messa in scena.
Infatti è nei sogni dell’adolescenza che vedrete avvolto il nostro spettacolo,
che in verità fatichiamo a definire spettacolo poiché ha ancora a che fare con
uno studio, con degli appunti, tanto che sarebbe meglio chiamarlo “spettudio” o
“appuntacolo”.
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