Il progetto Arrevuoto di teatro e pedagogia, prodotto dal Teatro di Napoli come
altre attività culturali, quest’anno non si è potuto concludere a causa del
lockdown. I ragazzi e le ragazze che avrebbero dovuto portare in scena “La pazza
di Chaillot” di Jean Giraudoux si sono invece cimentati nella costruzione di un
video collettivo sul tema del respiro e della natura, elementi vitali che il
nostro sistema economico ha messo gravemente in pericolo.
Ne è nato “Lettere dal respiro profondo” un insieme di riflessioni di
adolescenti su quanto accadeva intorno a loro a causa del Covid-19 mentre si era
in piena pandemia. Siamo stati abituati in questi mesi alle parole degli esperti
e dei politici, è necessario ascoltare anche gli adolescenti perché dalla loro
consapevolezza e dai loro suggerimenti può nascere una nuova visione del mondo.
Oggi più che mai necessaria.
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MADDALENA STORNAIUOLO PRESENTA PER LA PRIMA VOLTA A SCAMPIA IL SUO CORTO
“SUFFICIENTE” DI RITORNO DALLA 76 MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
Con grande gioia, sabato sera abbiamo proiettato da Chikù il corto di Maddalena
Stornaiuolo “Sufficiente”, di ritorno dalla 76 Mostra del Cinema di Venezia.
Il corto è stato proiettato nell’ambito della 3 giorni di Libera in Goal, una
manifestazione sportiva e culturale contro la camorra.
film di Maddalena Stornaiuolo
SUL FILM DI MADDALENA STORNAIUOLO PRESENTATO A VENEZIA
“Sufficiente” è la storia del figlio di un boss di Scampia che rifiuta lo stesso
destino del padre. Anche Rosario Esposito La Rossa, marito di Maddalena,
scrittore ed editore di Scampia, è stato artefice di questa speciale produzione
in qualità di sceneggiatore.
Il corto nasce col corso di produzione di Vodisca teatro e de La Scugnizzeria
curato da Gianluca Arcopinto e Vincenzo Marra.
il corto è ispirato a un fatto di cronaca. Gaetano Russo, il protagonista, è
interpretato dal giovanissimo Alessio Conte che studia alla scuola di
recitazione della Scugnizzeria di Maddalena e Rosario.
Il protagonista è un figlio della faida di Scampia. Suo padre viene ucciso,
decapito e poi bruciato. Nel frattempo Gaetano ha problemi a scuola. Viene
bocciato ripetutamente e non riesce a prendere la licenza media. Ma non si perde
d’animo perché non vuole seguire la stessa strada di suo padre. La scuola però è
respingente nei suoi riguardi.
> La scuola è un ospedale che cura i sani e respinge i malati
>
> Don Lorenzo Milani
Da questo corto emerge anche una critica alla scuola che purtroppo non sempre ha
gli strumenti per poter affrontare situazioni complesse.
Nel corso della nostra esperienza di attivismo a Scampia, tra laboratori di
teatro e pedagogia, ecologia e sensibilizzazione su varie tematiche, abbiamo
avuto la fortuna di incontrare tantissime e tantissimi buoni insegnanti.
Ma purtroppo, come ci mostra Maddalena nel suo film, non sempre è così.
Siamo stati davvero felici di accogliere la proiezione del film da Chikù. Erano
presenti Maddalena, Rosario, la famiglia di Antonio Landieri (vittima innocente
di camorra a Scampia), e amiche e gli amici di Libera in goal e delle
associazioni del quartiere.
Il film è stato definito alla Mostra de cinema “una piccola gemma”. Possiamo
senza dubbio confermare anche noi, che lo è davvero.
Grazie a Maddalena e a Rosario per la loro sensibilità e per il loro grande
talento.
Conosci Chikù? Scopri di più! Clicca qui.
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APPUNTI DI MESSA IN SCENA
di Maurizio Braucci
AL MUSEO MADRE IL 26 – 27 – 28 GIUGNO ALLE 19.00
Meno noto in Italia de Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie -(1865)
il poema in rima di Lewis Caroll, al secolo Charles Lutwidge Dodgson, “La caccia
allo Snark” (1876) è stato raramente adattato per il teatro se non in forma di
reading musicale.
UN GESTO DI CORAGGIO
Farne una messa in scena, da parte nostra è stato, se permettete, un gesto di
coraggio (e qualcuno dirà pure di incoscienza). Quello dello Snark ci è sembrato
il testo più coerente con l’incoerenza della condizione giovanile oggi.
Ma andiamo per ordine.
Lo spettacolo nasce su richiesta del Museo Madre all’associazione Arrevuoto di
realizzare un progetto teatrale con degli adolescenti a partire dal territorio
circostante. Da tale mandato abbiamo formato un gruppo di cinque artisti, quindi
è stato indetto un casting da cui abbiamo selezionato 30 tra ragazzi e ragazze
non professionisti ma con un certo talento per le arti sceniche e musicali. I
laboratori sono iniziati in una sala del museo a febbraio scorso, esplorando,
addentrandoci e infine precipitando in un poema straordinario e misterioso quale
è quello dello Snark, che speriamo di saper restituire al pubblico in tutto il
suo oscuro e fulgido splendore.
La traduzione adottata è quella di Roberto Sanesi, perché ci è sembrata la più
fedele nel tradimento inevitabile di un poema che avanza in originale con strofe
di quattro versi, divenuti cinque in italiano, e dove la rima alternata si perde
e si ritrova di continuo. Per il traduttore è stato impossibile seguire
fedelmente i giochi di parole, le combinazioni matematiche e geometriche o gli
acrostici di una lingua geniale e complessa come quella che Carroll ha
insufflato nel suo poema, ma Sanesi ha fatto il meglio che si può per consentire
anche al pubblico italiano di leggere la fantasmagorica avventura della caccia
allo Snark, una caccia divisa in 8 spasimi (fits) strepitosi.
UN POEMA NONSENSE
Come chiarisce lo stesso Carroll nell’introduzione, si tratta di un poema
apparentemente “nonsense” scritto allo scopo di provare che l’insensato non è
altro che una convivenza tra più e opposti sensi (polisemia) infilati
dall’autore nel corso del testo e specie in alcune parole, a partire dal termine
Snark.
LO SNARK
Lo Snark è un animale misterioso ottenuto dalla fusione di Snake (serpente) e
Shark (squalo) e forse anche con l’aiuto di Snail (lumaca). Questa è solo la
prima di una serie di parole-baule inventate dall’autore. Queste, oltre a creare
mondi o creature fantastiche, possono a volte servire a risolvere situazione
dilemmatiche o troppo complicate, grazie al fatto di contenere dei significati
tra loro contraddittori.
Con le parole-baule si può trovare una soluzione salvifica a domande grattacapo
come “Mare o monti?” rispondendo ad esempio “Maronti!”.
L’AVVENTURA DI UNA CIURMA
Sulla falsariga di un poema eroicomico, Carroll costruisce l’avventura di
un’improbabile ciurma alla caccia dello Snark, ma i controsensi, le
contraddizioni e le opposizioni “di” e “tra” i vari membri dell’equipaggio – un
capitano che sa poco e nulla di navigazione, un castoro che deve guardarsi le
spalle dal macellaio di bordo, un cuoco che non ricorda nemmeno il proprio nome
etc..- trasformano questa caccia in un viaggio interiore verso il senso,
nonsenso, polisenso della vita, attraverso il confronto con quella che
Wittgenstein definì come l’unico evento che non appartiene alla vita, l’unico
evento che non è possibile vivere: la morte.
IL MISTERO
Nella nostra ricerca di questi mesi, siamo incappati nell’ipotesi che Il mistero
di cosa sia in realtà uno Snark è intuibile in quell’ombra scura, ma allo stesso
tempo lucente, che appunto perché si trova al di fuori della vita dà senso (o
meglio più sensi) alla vita, qualcosa da cui siamo terrorizzati ma allo stesso
tempo affascinati perché di tutti i misteri, di tutti gli enigmi è quello che ci
dà più filo da torcere. Lo Snark, così inteso, aleggia in qualsivoglia impresa o
avventura umana, terrorizza, inquieta ma allo stesso tempo stimola e attrae come
fa ogni pericolo, anzi di ogni pericolo e di ogni paura esso è il padre e la
madre (tanto che negli anni ‘50 fu chiamato Snark un missile americano).
L’ADOLESCENZA
Per tale ragione, pur portando fedelmente in scena gran parte del poema, lo
abbiamo reso secondo le forme reali della contemporaneità e a misura di quella
adolescenza che, prima che nostro, è stato un tema fondamentale di Lewis
Carroll. Questa età verde, dove abbondano il rischio e l’avventura, è una
condizione molto frequentata dallo Snark, spesso i più giovani si espongono ad
esserne assaliti mentre sono intenti a esplorare nuove emozioni e a misurarsi e
a confrontarsi con un mondo per loro tutto nuovo, finendo così per essere rapiti
per sempre, o magari solo graffiati, da quel mostro di bellezza, quel bellostro,
che la loro temerarietà ha attirato o che essi semplicemente hanno dimenticato
di evitare. Per tale ragione, nella nostra caccia allo Snark abbiamo riportato i
casi più recenti di giovani scomparsi accidentalmente, soffiati via dallo Snark
per pura crudeltà o per punirli della loro avventatezza, casi tragici o
drammatici che hanno sconcertato noi tutti e ci hanno fatto porre domande sul
senso della vita. Casi che sono diventati per noi “opere dello Snark” e che
quindi motivano il nostro equipaggio di giovani attori a cercare vendetta sulla
scena per tanta crudeltà.
IL SOPRANNATURALE
Ma non solo di queste cose è però fatto uno Snark, altrimenti non sarebbe
oggetto di cacce avventurose, evidentemente qualcosa di prezioso riveste il suo
corpo ed emana dalla luce dei suoi occhi (se avrà mai degli occhi!). Qualcosa di
fantastico che attiva l’ambizione di molti di noi e che trastulla il nostro
desiderio di meraviglia: stiamo parlando del miracoloso, del leggendario, del
soprannaturale. Forse per questo Jack London chiamò Snark l’innovativa nave che
si fece costruire e su cui navigò nell’Oceano Pacifico, forse per questo a un
albero messicano è stato dato il nome di “Boojum”, una tipologia di Snark
estremamente rara e che è diventata fondamentale nella nostra messa in scena.
Infatti è nei sogni dell’adolescenza che vedrete avvolto il nostro spettacolo,
che in verità fatichiamo a definire spettacolo poiché ha ancora a che fare con
uno studio, con degli appunti, tanto che sarebbe meglio chiamarlo “spettudio” o
“appuntacolo”.
Altre info sullo spettacolo: clicca qui!
Quando nasce Arrevuoto al Madre? Leggi l’articolo: clicca qui!
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E’ POSSIBILE PARLARE DI TURISMO IN PERIFERIA?
IERI ERANO IN VISITA A SCAMPIA I RAGAZZI E LE RAGAZZE DELL’ITC BONELLI DI CUNEO.
Li abbiamo accompagnati in un percorso di Turismo Sociale, alla scoperta della
storia e delle associazioni del quartiere.
Abbiamo attraversato Piazza Giovanni Paolo II, conosciuto la storia del giardino
riqualificato da scuole e associazioni del Progetto Pangea. Poi siamo passati
all’ArciScampia. Dopo il centro sportivo siamo andati al Parco Corto Maltese
riqualificato dall’associazione I Pollici Verdi. Da lì, a due passi, la
pasticceria del nostro quartiere: la Pasticceria del Sole, dove abbiamo fatto
assaggiare i dolci della nostra tardizione. In fine da Chikù i piatti prelibati
delle cuoche di Scampia. Abbiamo raccontato loro il percorso di Chi rom e…chi
no, dalla Scola Jungla a Chikù.
Abbiamo parlato loro di Arrevuoto, progetto teatrale che coinvolge centinaia di
ragazze e ragazzi di tutta la città.
Spesso ci domandiamo come sia possibile che si possa parlare di “turismo” a
Scampia. Da un po’ abbiamo scelto di definire questa attività “Turismo Sociale”.
Napoli vive un momento di grande ripresa del turismo. Questo però ha fatto sì
che la città diventasse preda della gentrificazione e della turistificazione. In
una fase in cui le città diventano come dei fast food, il turismo sociale di
Scampia ci sembra davvero un’esperienza controcorrente.
Scuole, associazioni, persone incuriosite dalla rivoluzionaria rete di Scampia,
scelgono di venire a conoscerci. Scelgono di intraprendere con noi questa
esperienza di turismo sociale.
E’ davvero possibile che dalla Costiera Amalfitana, passando per Pompei, per il
Lungomare Librato di Napoli, un turista scelga di fare tappa a Scampia?
A quanto pare si!
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INGREDIENTI PER 4 ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE AL FORNO
4 uova
150 g di farina 00
50 gr di burro
1 pizzico di sale
250 g d’acqua
INGREDIENTI PER LA CREMA PASTICCERA PER LE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE
200 g latte intero
75 g di zucchero
25 g di amido di mais
50 g di panna fresca
2 tuorli d’uovo
Una bacca di vaniglia
Ed infine: amarene e zucchero a velo.
PROCEDIMENTO
PER LE CHOUX DELLE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE
Per preparare le Zeppole di San Giuseppe bisogna innanzitutto preparare le
choux.
Porre in un pentolino burro a pezzetti e acqua, appena giunto alla fusione,
appena inizia a bollire, aggiungere la farina setacciata.
Mescolare con una cucchiarella fino a far addensare il composto. Continuare a
mescolare fino a quando il composto diventa compatto e si stacca dal fondo.
Lasciar raffreddare il composto in una ciotola. Nel frattempo battere le uova ed
aggiungerle al composto con un pizzico di sale. Mescolare vino a quando non ci
saranno più grumi. Versare in una sac à poche con beccuccio a stella.
Accendere il forno a 200° in modalità ventilata.
Porre su una teglia da forno della carta forno. Spremere la sac à poche sulla
teglia in modo da formare dei cerchi.
Infornare per 25 minuti.
PER LA CREMA PASTICCERA DELLE ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE
Mentre si lasciano raffreddare le zeppole, preparare la crema pasticcera per le
Zeppole di San Giuseppe.
In un pentolino, scaldare il latte, la panna e la bacca di vaniglia. Nel
frattempo in una ciotola, battere uova e zucchero, aggiungere amido di mais.
Togliere la bacca di vaniglia dal pentolino e versare il composto della ciotola.
Cuocere a fuoco lento e girare con una frusta fino ad addensamento.
Quando la crema si sarà raffreddata, versare nella sac à poche e decorare le
Zeppole di San Giuseppe. Prima crema, poi amarena ed infine zucchero a velo.
IL RACCONTO
UNA GOCCIA DI AMMONIACA
IL RACCONTO DI AMALIA, CUOCA DE LA KUMPANIA
La sua passione sono i dolci e la loro decorazione. I piatti forti, sono quelli
legati alle feste, perché le cose preparate in casa portano buon augurio. Le
piace utilizzare spezie che sembrano quasi magiche, poco conosciute e
difficilmente accostabili alla cucina: un pizzico di bicarbonato, una goccia di
ammoniaca, fiori di arancio e aroma di pisto ed ecco roccocò, pastiere e
caprese, con il rum e le nocciole crea torroni e salami di cioccolata di cui
sono ghiotti tutti.
L’AUTONOMIA
Amalia è tra quelle che ci tengono di più alla propria autonomia, lo testimonia
la sua macchina e la possibilità conseguente di fare la spesa da sola o di
mettere a disposizione la sua cucina nei frequenti casi di emergenza. Si dedica
all’organizzazione, al menù, alla spesa, ha un ottimo fiuto per gli affari,
spesso ha individuato spazi e potenziali clienti. Sempre scettica, in realtà più
per mantenere il ruolo critico della contestatrice che per convinzione: i piatti
rom costano più di quelli napoletani e tutte le volte fa una lunga
contrattazione per limitare la spesa da fare, però poi i bignè di pan di spagna
farciti di crema alla jagoda se li mangia pure lei.
SI VA A TORRE DEL GRECO
Ama viaggiare ma non nel camper scuola di Slobodan lo zoppo, che ci accompagna
nelle trasferte a Torre del Greco, non perché abbia qualcosa contro di lui, ma a
causa del vibrante e continuo tuculiamiento a cui veniamo sottoposte e della
paura che le scosse possano aprire le porte in movimento. Ci recavamo a Torre
del Greco dopo aver conseguito “l’attestato di formazione per addetti alla
manipolazione e somministrazione di cibi e bevande” e dopo aver sperimentato le
cucine più improbabili dell’hinterland scampiota. Lì ci accoglieva l’albergo
Holiday per metterci alla prova in una cucina professionale sotto la guida di
uno chef.
UNA BRIGATA SPECIALE
Arrivavamo carichi di bambini e di meraviglia. Incredule nel vedere una cella
frigorifero grande quanto un salotto, una friggitrice a sei cestelli, forni e
lavastoviglie industriali tutti per noi e il fatidico abbattitore, che abbiamo
scoperto essere di fondamentale importanza per il lavoro dei ristoratori. Anche
i torresi erano increduli nel vedere scendere da un camper scuola 10 donne con i
grembiuli ed i cappelli da chef, con l’eclettico zoppo Slobodan, che da autista
si trasformava in assaggiatore, moderatore e fotografo. La cosa più difficile
era tenere a bada le voglie di Nina da poco incinta e il piccolo Denis il
mesciato, che era diventato rosso perché si era buttato la birra in testa ad una
festa al campo.
“SEMBRANO ZINGARELLE”
Durante la formazione con le donne abbiamo messo a disposizione uno spazio per i
bambini, con giochi, colori e libri per tutti. Ma a Torre del Greco preferivamo
fare delle passeggiate, ci conoscevano tutti, il circoletto degli anziani che
dispensava caramelle e complimenti, i cani del porticciolo. Un giorno Anna uscì
con Ginevra e Gessica, figlia e nipote di Yasmina, le bambine erano tutte
contente perché quando si partiva per Torre si vestivano a festa, con i codini,
i fiocchi, le gonne a volant bianchi e rosa. Il signore del circolo che ci
aspettava per dare caramelle, disse ad Anna con tono affettuoso “come so’ belle
signora queste vostre figlie, sembrano due zingarelle”. Le bambine un po’
accigliate lo guardarono con sospetto aprendosi poi in un sorriso complice. E
forse è anche grazie a tutto questo che Amalia è riuscita a rompere i suoi
rigidi schemi.
Ti è piaciuta la storia di Amalia? E la ricetta delle Zeppole di San Giuseppe?
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INGREDIENTI PER L’IMPASTO:
1 kg di farina
½ kg di burro
100 g zucchero
3 uova
Un pizzico di sale
100 g di Parmigiano
Acqua
INGREDIENTI PER L’IMBOTTITURA
700 g ricotta
4 uova
a scelta spinaci, prosciutto, affettati vari,
100 g Parmigiano
500 g Fiordilatte
Pepe
Sale
PREPARAZIONE
Preparare l’impasto senza maneggiarlo troppo, lasciarlo riposare in frigorifero
per 10 minuti. Preparare l’imbottitura a scelta: spinaci e ricotta, prosciutto o
altri affettati e fiordilatte. Imburrare una teglia e mettere uno strato di
pasta, poi riempire con l’imbottitura, poi coprire con un altro strato di pasta.
Mettere in forno pre-riscaldato a 180° – 200° per 30 minuti circa.
IL RACCONTO
RADIO KUMPANIA
IL RACCONTO DI SUSY, CUOCA DE LA KUMPANIA
Susy è sempre sorridente e non si lamenta mai. Solo una volta prima di accettare
un lavoro senza nemmeno pensarci, ci ha tenuto a definire bene chi c’era e chi
non c’era. Era già capitato che non tutte avessero rispettato l’impegno preso e
questo significa far ricadere sulle altre la maggior parte del carico e delle
responsabilità, anche in termini emotivi.
FARE BELLA FIGURA
Fare una bella figura non è sempre scontato, soprattutto se si tratta di
sperimentare piatti nuovi in grandi quantità, e scolare dieci chili di pasta, in
una cucina arrangiata, non è uno scherzo. Quattro braccia, un pentolone da
fumetto, grandi bacinelle di plastica sottoposte a tripli lavaggi e controlli
scrupolosi, balconi aperti per la nuvola di vapore prossima a sprigionarsi,
clamore e strepiti, gli occhi celesti ridenti di Susy danno il via, i rigatoni
scivolano fragorosamente e, a mano a mano che lo riempiono, vengono portati
dallo scolapasta alla teglia dove si uniranno agli altri ingredienti.
UN PERCORSO FAMILIARE
Il sabato sera, dopo due giorni di lavoro continuo in cui abbiamo colonizzato un
centro di aggregazione territoriale – con stoviglie, verdure, pacchi di pasta,
litri di latte, risate, spezie, mattarelli – si sono presentati a scaglioni
tutti gli uomini, per un rapido saluto, una pausa sigaretta, comunicazioni di
servizio sui figli e anche per constatare con i propri occhi il fervido clima
dell’opera collettiva messo in piedi dalle loro donne. Il percorso è diventato
familiare per forza, tutte hanno avuto appoggio in un modo o nell’altro dai
propri compagni.
IL PRIMO SPOT
Susy è giovane e ha le figlie grandi, dopo aver passato anni a prendersi cura di
loro da piccole, adesso sta vivendo una nuova adolescenza e ha il tempo di
vivere l’amore con il marito con più intensità e prendersi più cura di sé.
Grazie soprattutto alla sua voce suadente è stato realizzato il primo spot radio
di promozione in italiano e in romanes: “Venite in piazza alla Pes, il mercatino
con i prodotti freschi, bancarelle, i giochi, musiche, incontri, dài andiamo che
è bello, divertiamoci c’è anche la Kumpania, venite venite!”.
PICCOLE COSE IMPORTANTI
Anche questi momenti fanno parte del tempo da dedicare a sé, l’intero percorso è
percepito come una trasformazione che può coinvolgere molti piani della vita. A
casa poi sono contenti quando fa la brioche rustica e riesce a portare qualche
litro di buon vino per il marito, e con il piccolo contributo ricevuto a fine
lavoro a differenza delle altre che pagheranno il calcetto o i panni per i
figli, lei acquisterà una nuova trapunta matrimoniale.
AL LAVORO!
Susy e le altre, in una scena che si ripeterà nel tempo e in vari spazi,
allestiscono il banchetto, attente a sistemare con cura tovaglie, rami di fiori,
cestini di pane, vassoi di frutta, lei è talmente bella e brava nelle pubbliche
relazioni che è tra quelle scelte sempre per stare dietro il banchetto, anche se
di tanto in tanto si fuma una sigaretta di nascosto. Centoventi persone da tutta
Italia, stanchi al termine di un lungo viaggio, laboratori in piazza con i
bambini, convegni, incontro con un quartiere vastissimo da percorrere e con
molto da scoprire, attendono trepidanti le delizie preparate dalle signore della
Kumpania.
Alla fine della serata, tutti sazi, Susy prepara un pacchettino con piccoli
assaggi prelibati da portare al suo compagno.
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