Tony Riccio

MOSS – Ecomuseo Diffuso Scampia - Thursday, July 3, 2025

TONY RICCIO

Tony Riccio, lo scienziato: “L’Antartide mi ha insegnato che anche in un ambiente inospitale la vita si adatta e persiste con una forza incredibile”

È vero che il nostro destino è segnato dal contesto in cui nasciamo? A volte sembra di sì. Quando cresci in una periferia, il mondo ti guarda con sospetto. E spesso ti ci abitui. Ma non è una regola, anzi è solo un pregiudizio. Questa volta ce lo dimostra Antonio Riccio, detto Tony, presidente del circolo Legambiente “La Gru” e tecnico specializzato in chimica ambientale, che da trent’anni lavora tra ricerca e attivismo. “Penso che il 99% delle persone di Scampia abbia una storia eccezionale da raccontare”, dice Antonio Riccio, con una naturalezza che fa sembrare quella frase la cosa più ovvia del mondo. Eppure, quando si parla di Scampia, la prima immagine che viene in mente a molti è quella di un quartiere dimenticato, segnato dalla criminalità e dal degrado. Ed è proprio su questo pregiudizio che Antonio vuole farci riflettere, partendo dalla sua esperienza e da quella di tanti altri che, come lui, hanno deciso di non arrendersi.

Scampia non è mai stata solo cemento e cronaca: è un luogo da conoscere, studiare e
proteggere

Per lui, Scampia non è mai stata solo cemento e cronaca: è stata un luogo da conoscere, studiare e proteggere. Arrivato a Scampia nel maggio del 1980, prima ancora del terribile terremoto dell’Irpinia, quando il quartiere era una distesa di terre dove addirittura si coltivava e si allevavano animali come ovini. Un paesaggio fatto di campi e stalle, oggi sostituito da palazzoni e asfalto, ma che è stato per Tony il terreno fertile dove crescere. “Se tornassi indietro, rifarei tutto, perché questo quartiere mi ha dato tantissimo: qui tutto è più forte, nel bene e nel male”, così racconta Tony, con uno sguardo che mescola orgoglio e consapevolezza. Arrivato a Scampia quando aveva circa 11 anni, ha visto trasformarsi quella terra in un quartiere complesso, stratificato, spesso dimenticato, ma mai privo di energia.

Restare, studiare, attivarsi

La sua risposta è stata chiara: restare, studiare, attivarsi. Così lui, che proveniva da una
famiglia “semplice” ma unita, residente nella Vela Celeste, decide di iscriversi alla facoltà di
Chimica. Una scelta tutt’altro che scontata, soprattutto in un’epoca in cui le aspettative per
chi viveva in periferia erano spesso basse, quasi rassegnate. Ma Tony ha sempre creduto
che conoscere significasse liberarsi. E la scienza, con il suo rigore e il suo metodo, gli ha
dato gli strumenti per osservare il mondo con occhi nuovi, per interrogarsi e per agire. Ci ha
confessato che in quegli anni non sono mancate le “proposte”, e non ha avuto bisogno di
nominarla esplicitamente per farci capire a cosa si riferisse. La camorra, a Scampia, è
sempre stata una presenza silenziosa ma pervasiva, capace di insinuarsi nelle vite di chi

cerca scorciatoie o semplicemente vie d’uscita. Ma Tony ha sempre detto no. A ogni
proposta ha risposto con un rifiuto. Ha scelto di credere nello studio, nella conoscenza come
forma di riscatto.

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Sognare un mondo diverso e trasformare quei sogni in azioni

Per Angelica, i libri sono stati il filo che ha collegato il suo passato al presente, rendendo meno spaventosi i luoghi che avrebbe poi visitato di persona. Anche raccontare la propria storia ha un valore immenso: “Ho capito che se si raccontano le proprie storie e si ha la voglia di fare qualcosa, si incontrano persone disposte ad aiutarti”. Il suo percorso è la prova di come condividere i propri progetti, con coraggio e autenticità, possa creare legami e opportunità inaspettate. La storia di Angelica De Vito non è solo quella di una giovane donna che ha fatto delle difficoltà un trampolino di lancio per il cambiamento. È un esempio potente di come il futuro non sia mai una linea predeterminata, tracciata dalle circostanze in cui nasciamo o dalle condizioni esterne. In un mondo che spesso ci impone definizioni e limiti, Angelica ha scelto di riscrivere la propria storia, partendo proprio dai punti che sembravano più vulnerabili: il suo quartiere, le sue radici. In un contesto come quello di Scampia, che può sembrare segnato da un destino difficile, Angelica ha trovato la forza di sognare un mondo diverso e ha trasformato quei sogni in azioni concrete.

Il futuro non è un destino scritto ma il risultato di scelte quotidiane

La storia di Angelica si unisce a quella di tanti altri che, con il loro operato, dimostrano come il futuro non sia un destino scritto, ma il risultato delle scelte quotidiane. Non siamo prigionieri di ciò che il mondo ci presenta, ma siamo costruttori del nostro domani. In un’epoca in cui spesso ci sentiamo impotenti di fronte alle sfide globali, come le migrazioni climatiche o le disuguaglianze sociali, Angelica ci mostra attraverso il suo percorso che è possibile fare la differenza, partendo da dove siamo e trasformando le nostre esperienze in opportunità. Non si tratta di aspettare che il mondo cambi, ma di essere noi stessi il motore di quel cambiamento, con coraggio, passione e determinazione. Il futuro che ci aspetta non è quello che ci viene imposto, ma quello che decidiamo di costruire, passo dopo passo, attraverso le nostre scelte. Questo è lo scopo di questa rubrica: ricordarci che siamo gli artefici del nostro futuro e che, indipendentemente da dove nasciamo, possiamo realizzare i nostri sogni.

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